• Quando la medicina incontra la scrittura, e la sofferenza riacquista cura. 

  • Accenni di storia. 
  • Strumenti utili per i pazienti nell'utilizzo della narrazione scritta. 
  • Attenzione anche verso chi si prende cura di noi 

Quando la medicina incontra la scrittura, e la sofferenza riacquista cura

Scrivere la narrazione di sé è un valido strumento terapeutico, che grazie all'utilizzo della scrittura di sé (si parla appunto di scrittura terapeutica) si ottiene cura e benessere.

Nel caso specifico della malattia, tale scrittura aiuta a individuare elementi non sempre coscienti dell'esperienza della malattia e della disabilità. La persona, in tal modo, ha la possibilità di ricostruire la propria identità mediante proprio la ricostruzione della sua storia.

In Italia la medicina narrativa si è diffusa recentemente rispetto ad altri paesi.

L'idea di base della medicina narrativa è che ogni persona possiede una storia unica, che è in grado di dar vita a una narrazione personale, che si incentra sulla salute e sul benessere.

Ciò che il soggetto vive e che non esterna porta a delle conseguenze sullo stato fisico e mentale del soggetto. Per tale ragione molti dei disagi che vengono vissuti possono manifestarsi sottoforma di malesseri.

Il trattamento della medicina narrativa non si ferma alla semplice diagnosi e al trattamento clinico della malattia, ma grazie al colloquio libero – tra medico e paziente – ma anche mediante la scrittura libera di racconti e libri, vengono individuati maggiori elementi che normalmente, nella tradizionale anamnesi strutturata, non riescono a emergere.

Qui il racconto del paziente diviene un importante strumento per la diagnosi e la terapia, proprio perché la salute del soggetto è influenzata da diversi fattori, tra cui soprattutto quello emotivo, personale, sociale.

Accenni di storia

La nascita della medicina narrativa è possibile farla risalire portando a citazione la dottoressa Rita Charon, professoressa di medicina presso la Columbia University di New York, la quale ha introdotto la medicina narrativa come disciplina accademica verso la fine degli anni 90, ritenendo che il processo di ascolto e l'interpretazione della storia dei pazienti potesse migliorare la pratica medica, rendendola più umana, rispettando la storia dei pazienti e considerando la narrazione come mezzo per comprendere empaticamente

«I malati gravi si trovano proprio in questo stato di sospensione, tra la vita e la morte. Appaiono indierenziati: portano lo stesso camice di cotonebianco e lo stesso braccialetto di plastica al polso. Dobbiamo essere "interamente presenti" con loro e aprirci allo scambio, costituendo gruppi che ci aiutino a svolgere il nostro lavoro. Di fronte all'instabilità della malattia e alla rigidità della gerarchia sanitaria (sorta, forse, proprio per reazione), le communitates, attraverso un uso rigoroso della narrazione, possono svolgere compiti molto concreti. Livellando le dierenze di potere, fanno emergere la missione che precede qualsiasi divisione professionale e ci rende tutti uguali: l'impegno nella cura»


Medicina narrativa. Onorare le storie dei pazienti (Rita Charon, Micaela Castiglioni, p. 228-229) 

La modalità di cui si serve la medicina narrativa per aiutare medici e pazienti a entrare in sintonia con il mondo interno sono diversi, ma fondamentali sono certamente la lettura riflessiva, l'ascolto attento e il dialogo aperto, dove un posto principale viene occupato dalla scrittura terapeutica.

Le persone scrivendo di sé e sui propri vissuti riescono a elaborare le proprie esperienze e analizzandola mediante una diversa giunge a intuirne le motivazioni.

Strumenti utili per i pazienti nell'utilizzo della narrazione scritta

Elementi centrali per mettere in pratica la medicina narrativa sono l'ascolto attivo, la scrittura riflessiva, la narrazione autobiografica, la comunicazione empatica e formazione alla riflessività, tramite cui i professionisti sono indotti a riflettere sulle proprie esperienze e su quelle dei pazienti.

Questo tipo di scrittura può essere praticato mediante

  • il diario di bordo condiviso

strumento di scrittura sperimentato in un reparto di ematologia da Garrino e collaboratori (2018) così da raccogliere l'esperienza dei pazienti e di conseguenza migliorare la pratica.

  • Le patografe

Si tratta di una narrazione scritta, di tipo autobiografica, nella quale l'autore racconta la sua esperienza di malattia o quella di una persona vicina. 

Attenzione anche verso chi si prende cura di noi

L'attenzione, nell'ambito della medicina narrativa, non è solo verso i pazienti ma anche per gli operatori, i quali devono possedere una loro formazione narrativa.

  • Parallel Chart

Ovvero la cartella clinica parallela, Parallel Chart, nella quale gli operatori sono invitati a scrivere gli aspetti dell'esperienza di malattia del paziente che non risultano, e non possono essere menzionati nella cartella ufficiale.

Ciò che i professionisti sanitari sono invitati a compiere – mediante l'utilizzo di un linguaggio ordinario – è la descrizione di tutto ciò che osservano riguardo ai vissuti dei pazienti (ma anche in merito ai propri vissuti) circa la sofferenza con cui si trovano a relazionarsi. Scrittura, questa, che non deve essere mai isolata, ma sempre da condividere con il resto dei colleghi; si tratta in definitiva di una scrittura che deve avere sempre un ascoltatore.

Questa scrittura riflessiva si rivela essere un metodo utile oltre che per prendere coscienza delle proprie emozioni, circa determinate situazioni e per sviluppare l'empatia, ma viene ritenuto, proprio per via del successivo momento di condivisione, anche come fattore di protezione da sindromi legate allo stress lavorativo quali burnout o compassion fatigue (affaticamento dal prendersi cura).

  • Contributi

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