Recensione La prigioniera del silenzio di Valeria Montaldi

uscita 17 aprile 2013
editore Rizzoli - pagine 427
Ci troviamo nella Venezia del 1300.
Ci viene raccontata la storia di due donne appartenenti a rango sociale diverso, ma nonostante questo si troveranno a vivere lo stesso destino.
La prima è Giulia Bondimie, erede di una prestigiosa casata patrizia, mentre la seconda è Nicoleta, figlia di un carpentiere veneziano. Anche se per motivi diverse entrambe si scoprono incinte, quindi costrette a rinunciare ai loro figli e a scappare da Venezia. Dopo vent'anni li ritroviamo con altre vite: i ragazzi ormai cresciuti continuano ad ignorare le loro origini, Nicoleta ha sposato un uomo facoltoso e Giulia la ritroviamo come badessa. Per una strana coincidenza tutti i protagonisti si ritroveranno riuniti sotto il cielo di Venezia, la dove tutto è partito. Anche Venezia non è più la stessa, ma in quegli anni viene colpita da terremoti e dalla peste. Nonostante questo, ognuno di loro, si troverà a far luce e a sbrogliare il loro passato.
Valeria Montaldi fa un intreccio di fatti romanzati con un difficile periodo storico. Viene messo in primo piano la figura della donna vista come voleva quel tempo come debole e sottomessa al volere dell'uomo che usa tutta la sua forza e meschinità e dove c'è una forte autorità religiosa, facendo passare come peccato ogni tentativo di ribellione.
Con uno stile che si adatta bene al medioevo ci fa rendere ben conto di una Venezia attraversata dalla peste, che in quel periodo dilagò in tutta Europa come una pandemia prendendo il nome di Morte Nera. Davvero sorprendente è anche la ricostruzione del tessuto urbanistico della città di quel tempo. Riusciamo a immergerci in un modo semplice in quel tempo grazie alla descrizione dei loro vestiti, dei loro mestieri o anche dei vocaboli ormai superati. Quello che però colpisce in modo particolare è come viene fatta la descrizione della peste, che sembrano essere anche le pagine di maggior interesse. Ci descrive di come essa viene contratta e di tutte le misure che vengono adottate per evitare la diffusione, che comunque sembra inevitabile. Leggendo le pagine in cui viene fatta la descrizione del fenomeno con tutti i malumori che ne susseguono ci fa riflettere di come nonostante siano trascorsi secoli arrivando ai nostri tempi moderni dove si è verificata la pandemia, che oggi come allora, tante cose in realtà sono rimaste immutate.
‟ ...cioè informare la popolazione della peste? ma cosa state dicendo buon dio? Vi rendete conto del panico che si diffonderebbe in città? Scapperebbero tutti come lepri, ogni attività si fermerebbe e ...ˮ
‟.. il maggior consiglio aveva appena decretato il divieto di accesso e di uscita: navi o gondole che fossero, fino a nuovo ordine le imbarcazioni non avrebbero più potuto né partire né attraccare. Le autorità avevano esitato a lungo prima di imporre questa misura odiosa, ma alla fine avevano dovuto piegarsi alla necessità : l'epidemia stava dilagando e Venezia andava isolata ˮ.
note sullo scrittore
Valeria Montaldi, Giornalista e scrittrice, vive a lavora a Milano. Ha esordito nel 2001 con Il mercante di lana, cui sono seguiti Il signore del falco (2003) e Il monaco inglese (2006), entrambi finalisti al Premio Bancarella. Tutti i suoi romanzi, che hanno ottenuto grande successo in Italia, sono stati pubblicati all'estero.
tutte le sue storie sono ambientate intorno alla metà del Duecento e spaziano dai castelli della Valle d'Aosta alle strade della Milano comunale, dai boschi del contado lombardo fino alle terre della Marca Trevigiana. Nella narrazione si intrecciano le vicende di aristocratici, popolani, monaci, eretici, mercanti, armigeri, streghe e inquisitori. I suoi romanzi sono pubblicati in Francia, Spagna, Portogallo, Germania, Grecia, Serbia, Ungheria, Brasile.
fonte per la bibliografia https://www.ibs.it/libri/autori/Valeria%20Montaldi