Recensione I sensi incantati di Alberto Bevilacqua

28.07.2020

Data di pubblicazione: 01/11/1991 

Casa editrice : Arnoldo Mondadori

pagine 271 

Alberto Bevilacqua in questo Romanzo ci rende testimoni di una parte della sua vita che ci svelerà un po' per volta, grazie anche ad una figura misteriosa che prenderà parte della sua vita. Miriam è una sensitiva e ha una  prima visione di lei sui pendici della Montagna Re dove lui era solito andare con i più grandi sensitivi per avere esperienze mistiche. Ed è qui che per la prima volta vede il suo volto, prima quello di donna che in un secondo momento si va a confondere  con un altro un più androgino, che in seguito capiremo essere quello del fratello di lei, Franz.

Miriam entrerà a far parte concretamente della vita di Alberto quando lo stesso Alberto si troverà a passare un momento difficile della sua vita. Afflitto dalla depressione, con un matrimonio che sta per finire e con nessuna ispirazione letteraria, è qui che entrerà in scena Miriam. Miriam sarà quella che può aiutarlo a capire, che lo porterà alla salvezza, il tramite attraverso cui riuscirà a curare le sue ferite del passato.

"...vidi la sua mano destra che si alzava per sciogliere il nastro che le dominava i capelli. Se lo sciolse e me lo diede, per lasciare una minima memoria di se, che forse non sarebbe andata dispersa.

Fra me e la bambina ci fu soltanto questo dialogo,breve e gestuale; le nostre dite si incontrarono e si strinsero,com'era accaduto con le nostre vite,passando il nastro di mano."

Attraverso la vita di lei e alla sua difficile situazione familiare compreso il rapporto molto particolare con il fratello, Bevilacqua riuscirà a ripercorrere le tappe più importanti della sua infanzia e della sua adolescenza, fino ad arrivare ad una visione critica di tutta la sua vita.

E per questo motivo lo possiamo definire un genere autobiografico, proprio perché le storie narrate  sono  situazioni realmente vissuti dallo scrittore. Ci troviamo difronte a delle scene surreali e ad esperienze paranormali con cui già dalla sua infanzia ne prende contatto.
In particolare, ricorda la mamma della mamma, figura misteriosa, con un gatto sotto il braccio che ogni sera si dirigeva in giardino dove l'attendeva il suo amore che ormai non c'era più, ma anche la sua stessa mamma, affetta da una forma di isteria ma che in realtà era una donna piena di mistero.
Tutto questo lo rende un romanzo davvero affascinante, scritto con un linguaggio raffinato, misto tra la poesia e la metafora. La storia sembra a tratti un viaggio onirico dove alle esperienze ultra sensoriali viene contornata da un erotismo che allo stesso modo porta fuori dai sensi.


"...ignoro dove sia Miriam, in questo momento; ma una sua presenza è pronta a comunicare con i miei sensi incantati"

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