Non chiamarmi sorellina di Cristiana Vigliaron

Casa editrice: Pathos Edizioni
Data di pubblicazione: 2022
«Mi chiamo Silvia e quello è solo mio fratello»
Quello descritto in questo romanzo è la vita comune di una famiglia semplice, operaia, che vive in piccolo un borgo, uguali a tanti altri, ma ciò che inizia a essere sempre più diverso sono gli animi delle persone; la società tutta.
Siamo alla fine degli anni '60, e lo sbarco sulla luna e il progresso economico oltre che accendere le prime televisioni nelle case, travolge gli animi di chi reclama i propri spazi.
Ogni pretesto è buono per scendere in piazza e rivendicare i propri diritti e questo Francesco lo sa bene, perché non si tira mai indietro e ha voglia di cambiare la condizione degli operai. A silvia tutto questo sembra non interessare molto, lei è molto bella e con il carattere deciso che si ritrova potrebbe conquistare molte cose ma la presenza di Federico nella sua vita la porta ad essere e ad accettare cose che non avrebbe mai immaginato e che vanno oltre i suoi limiti; stesso lei stenta a crederci, non riesce a comprendere se gli piace e cosa la spinge a tornare ogni volta da lui. Poi c'è la loro madre, Beatrice, una donna che ha dovuto vivere e vedere molte cose, piene di fantasmi nella sua testa che non la lasciano vivere come dovrebbe e vorrebbe; sono solo quei piccoli attimi di lucidità in cui i figli la riescono a riconoscere per quella mamma amorevole che è sempre stata.
Si tratta di una storia familiare dove al progresso culturale seguono le loro vicende, in cui ognuno di loro cerca di mantenere a tutti i costi un equilibrio che è molto precario.
A fare da sfondo alla narrazione sono le note più belle che hanno accompagnato la fine di quell'epoca, e si riesce a percepire molto forte la nostalgia verso quegli anni cruciali - sia per chi li ha vissuti veramente e sia per chi ne ha sentititi spesso parlare - fatta di lotte e conquiste: tematiche come l'aborto e il movimento femministe, ma così come ogni altra questione, vengono qui trattate in modo reale e senza mezzi termini, in modo da comprendere quanto in basso si può cadere prima di risalire e tornare a vivere.
«Mentre percorrevano la strada a ritroso, dal finestrino Silvia guardò in alto. Un alone bianco circondava la Luna piena e la faceva apparire grande e luminosa come se fosse più vicina. Si sentì come quella Luna, sola e silenziosa, appesa a un cielo grande da attraversare: avevano entrambe un lato oscuro che non mostravano mai ma quando volevano sapevano essere brillanti più delle stelle. »
Cristiana Vigliaron è nata a Castellamonte in provincia di Torino il 29 ottobre 1975.
Ha conseguito il diploma di liceo scientifico, indirizzo linguistico e la laurea in Sociologia con indirizzo psico-pedagogico presso l'Università di Urbino.Ha collaborato con l'Università di Urbino tenendo nel 2001 un seminario dal titolo "Le donne e la differenza di genere", all'interno del corso di Sociologia generale.
Dal 2001 al 2003 collabora con il quotidiano "La Vallée Matin", allegato al quotidiano nazionale "Il Giorno" per le edizioni regionali di Piemonte e Valle d'Aosta, principalmente per la pagina di cultura.
Ha lavorato come educatrice presso il comune di Cuorgné dal 2005 al 2009.
Dal 2012 gestisce l'agriturismo di famiglia.