Cenere e ciliegie

Daimon Edizioni, 2023 

Una silloge quella di Giovanna Secondulfo scandita da tre tempi che riesce ad esprimere - attraverso la musicalità delle parole - emozioni intime e profonde avvertite dell'autrice.

Nella prima parte ci parla di tutto ciò che per lei rappresenta la poesia, a cui attribuisce un colore e qualità specifiche; parla di un "non luogo di me" che lascia aperta all'immaginazione del lettore le più varie interpretazioni.

Mediante la poesia ci parla di coraggio, di possibilità e di parole…

"sono diamanti.

Ferite e bellezza."

La seconda parte, Ciliegie, si dirige verso pensieri più intimi, ma che ben si accostano con il frutto dolce e colorato tipico della stagione primaverile. 

La scrittrice qui ci racconta un pezzo di vita suo passato e riesce con pochissimi versi a descrivere come una cartolina la sua bella città napoletana, condividendola con noi mediante il suo ricordo.

Come terra in festa,

magia di luci…

sono nata su un fianco di terra precaria, dove le mani stringono i sogni

e hanno braccia lunghe di umanità

con le giuste parole riesce a far sentire il calore della terra partenopea per poi ritrovarci catapultati nella cenere – ultima parte della silloge – che visivamente trascina alla visione del Vesuvio, dove il tono intimo delle parole viene velato da tutto quel fumo, perdendo in parte l'ilarità e la spensieratezza letta fino a quel momento, per assumere toni più profondi.

Qualcosa finisce e lascia sul tappeto briciole di egoismo,

bello provare a non essere quello che siamo,

spingere la linea più in là… 

L'abbandono, la separazione, gli addii, ma anche speranza. La speranza di riuscire sempre a trovare l'aspetto positivo, quel qualcosa che dà la forza per andare sempre avanti.

La lettura di Cenere e ciliegie ci trascina nella storia di una vita fatta di presente, passato e futuro