Recensione Indaco di Luigina Moscoloni

23.06.2020

Data pubblicazione: 24 luglio 2018 

Casa editrice : Gruppo Albatros Il Filo

Pagine: 123 

 


"Indaco" è un grande romanzo di resilienza, fatto di forza ed energia vitale.

Una donna di nome Lilith inseguito ad un neurinoma acustico diventa sorda a cui seguirà anche la perdita della voce. Ed è nel silenzio e nell'isolamento in cui si trova costretta a vivere che riuscirà a trovare la forza per reagire, una forza che scopre con la scrittura. Come se grazie alle parole riuscisse a trovare una forma di purificazione in  cui le emozioni e le sensazioni riescono finalmente a prendere forma. Da queste parole prende vita la storia tormentata tra Mia e Jo. Un amore folle e disordinato ma pieno di verità assoluta.

"La storia di Mia e Jo è fatta per essere raccontata in una notte di luna piena, ai nipotini, prima d'addormentarsi insieme a loro; a insegnare come si vive di sensi, di carezze, di risate e confidenze, di energia da incanalare bene; lacrime di gioia e tristezza spazzano via insicurezze e le intime malinconie diventano quel vissero per sempre felici contenti. La speranza sembra sorridere e sorreggereˮ.

Mia e Jo sono due persone speciali che sembrano destinati a dover vivere l'uno per l'altro. La loro caratteristica è nell'essere avvolti da un'aurea di color indaco, caratteristica di chi spesso non riesce a integrarsi con il mondo circostante "tanto che si isolano risultando diversi".

È con queste caratteristiche che i due amanti appaiono agli occhi degli altri anche se poi avremo come sensazione che il loro compito su questa terra è quella di far godere all'umanità della loro presenza, permettendoci di crescere grazie ai loro insegnamenti.

"Gli indaco non ascoltano altro che quello che sentono vero.Vivono con più sensi contemporaneamente e sono esseri estremamente sensibili e quindi difficili anche per se stessi. Spesso si sentono circondati da gente che non capisce nulla, quindi per sopravvivere imparano presto a stordirsi. Droghe, alcol, psicofarmaci. Sono ansiosi e alienati,ma capaci di mettere in moto il cuore in maniera nuova".

Attraverso queste pagine emozionanti e profonde scopriremo, attraverso gli occhi di questa narratrice nascosta e silenziosa, la storia tormentata e complicata di Mia e di Jo, fatta di incontri e di assenze, dove la nostra narratrice nonostante il suo essere sordomuta riesce sentire e trasmettere bene tutta la loro energia e a convertirla in qualcosa di più grande. Come un insegnamento per se stessa e per altri.

È cosi che Lilith trova la forza di guardarsi dentro, accettandosi per quella che è, riuscendo anche ad allontanarsi dalla paura della solitudine.

In tutto il libro traspira molto il senso di solitudine e di sofferenza e molte volte ci sentiremo assalire da un senso di rabbia e di ingiustizia a cui molte volte siamo sottoposti. Ci troveremo  impigliati nelle loro storie.

La narratrice con  le sue sofferenze e le difficoltà che gli ha riservato la vita,  mettendosi da  un punto di vista esterno e silenzioso, riesce a farci capire con criticità  quelli che così sono i dissidi e i drammi esistenziali di Mia e di Jo, in modo tale da poterne trarre il più giusto giovamento, e di capre che in casi come questi  solo l'amore ci può salvare. 



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