Recensione Febbre di Jonathan Bazzi

19.03.2020

uscita 9 maggio 2019

Editore Fandango Libri

Pagine: 328

‟Tre anni fa mi è venuta la febbre e non è più andata via.

11 gennaio 2016ˮ.

Così inizia questo libro autobiografico, un diario in cui viene annotato tutto quello che succede al protagonista di nome Jonathan, dal momento in cui sente di essersi ammalato, sia dentro che fuori.

È il 2016 quando un giorno di Gennaio Jonathan si sente poco bene, inizia a sudare e a sentirsi debole, fino a quando compare una febbre che non lo lascia più, ma resta sempre li costante per mesi.

Quello che succede dal momento in cui fa le analisi fino ad arrivare al risultato che lo porterà a prendere coscienza di essere sieropositivo, è il racconto che ci fa di se e della sua infanzia. Parte da Rozzano, periferia di Milano, dove Jonathan vive tutta la sua infanzia e parte dell'adolescenza in un clima fatta di delinquenza. E' così che ci troviamo subito immersi negli anni 90, rievocando telefilm e giochi che appartengono anche al nostro passato. Jonathan ama il rosa, si veste in modo bizzarro e appariscente, ed è per questo che la sua adolescenza si rivela difficoltosa, data anche dalla voglia di affermare la propria identità. Va via da Rozzano proprio perché non si sente adeguato. Si sente incompreso e spesso viene preso in giro per la sua natura e per la sua balbuzie, gli capita un po' quello che oggi potremmo definire come fenomeno di bullismo. È così che sente più adeguato per sé  Milano dove incontra il suo amore, ma prima di allora racconta che cosa è stato per lui l'amore e il sesso nella sua vita. Le pagine che compongono il libro sono travolgenti e struggenti al tempo stesso. Con un linguaggio molto semplice riesce a farci sentire i suoi stati d'animo e le sue paure. Il libro si rivela essere anche molto interessante dal punto di vista informativo, poiché ci da un quadro generale della malattia, di come si manifesta con le cause scatenanti e come si giunge alla fine ad una terapia utile. È una storia avvincente dove facciamo nostra la sua malattia, compreso i suoi stati d'ansia. Riusciamo a metterci nei suoi panni e alla fine ad uscirne più forte di prima, così come accade al protagonista.

È un libro che esprime un inno alla vita, un atto di coraggio che il protagonista/scrittore fa per se stesso e per gli altri. Questo perché, l' HIV ancora oggi è un tabù, avvolto da vergogna e paura, ed è per questo motivo che Jonathan Bazzi ha sentito la necessità di provare a conviverci e ad accettarlo, mettendo a nudo se stesso.

‟... i siero positivi sono ovunque, schiera sommersa, silenziosa. E vi stanno a guardare. Sono tra i vostri amici, tra i vostri amanti passati e futuri, tra i professionisti a cui vi affidate. Ormai non hanno più un corpo che li costringe a farlo ,, a rischiare il linciaggio, la gogna. Volti senza segni, sani, irriconoscibili...ˮ

note sull'autore:


Jonathan Bazzi è nato a Milano nel 1985. Cresciuto a Rozzano, estrema periferia sud della città, è laureato in Filosofia con una tesi sulla teologia simbolica in Edith Stein. Appassionato di tradizione letteraria femminile e questioni di genere, nel 2015 ha iniziato a collaborare con varie testate e magazine pubblicando articoli, racconti e personal essay. Alla fine del 2016 ha deciso di parlare pubblicamente della sua sieropositività con un articolo pubblicato da Gay.it ("Ho l'HIV e per proteggermi vi racconterò tutto"), diffuso in occasione della Giornata Mondiale contro l'AIDS.
Nel 2019 ha pubblicato Febbre (Fandango Libri), il suo primo romanzo, con il quale ha vinto il Libro dell'anno di Fahrenheit, Rai Radio3, e il Premio Bagutta Opera Prima.

Fonte per la bibliografia: https://www.sosiapistoia.it/agenzia-letteraria/565-jonathan-bazzi

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