Ninfee nere di Michel Bussi                         ( traduttore A. Bracci Testasecca )

30.11.2020

Data uscita: 9 giugno 2016

Lunghezza: 394 pagine

Editore: E/O edizione 

"Acconsento a che si instauri il delitto di sognare"

La storia parte dal raccontare la vita di tre donne che vivono in un paesino della Francia, chiamato Giverny. 

 Il paesino è lo stesso dove visse Monet. Qui c'è  la sua casa, il suo giardino e il mulino da cui il pittore volle ricavare delle acque per creare uno stagno in modo da favorire la nascita delle sue ninfee. Ne era talmente ossessionato da  farle  diventare protagoniste assolute degli innumerevoli quadri che dipinse negli ultimi periodi della sua  vita.

Queste tre donne appartengono a tre epoche diverse e che all'apparenza sembrano avere  anche tre vite diverse

La prima abita nel grande mulino in riva a un ruscello, sul chemin du Roy, e' cattiva ed ha più di ottant'anni.

la seconda vive in una mansarda sopra la scuola, in rue Blanche-Hoschedé-Monet, è bugiarda e ha trentasei anni.

la terza, invece, vive con la madre in una casetta di rue du Château-d'Eau, è possibile  definirla egoista e sta per compierne undici anni. 

È proprio in questi termini che ce le presenta lo scrittore Bussi, è vero che sono differenti l'una dall'altra ma riveleranno  in realtà la presenza di  molti aspetti in comune  : tra cui l'amore per l'arte, per gli impressionisti e  soprattutto   per Monet.

La prima, quella più anziana, possedeva un  quadro misterioso con tutta una sua storia, la seconda era molto interessata agli artisti, la terza, la più giovane, sapeva dipingere bene.

Un'altra cosa che le accomuna tutte a tre era  il desiderio di scappare da quel paese. Loro avvertivano la sensazione che quel paesino fosse una prigione, era come un gran bel giardino ma con le inferriate, come  un quadro da cui è impossibile uscire.

"Guardi questo parco, ispettore, le rose, le serre, il laghetto. Le rivelerò un altro segreto: Giverny è una trappola! Certo, una scenografia meravigliosa. Chi si sognerebbe di andare a vivere altrove? Un paese così bello... Ma le dico una cosa: è una scenografia cristallizzata, pietrificata. C'è il divieto di decorare qualsiasi casa in maniera diversa, di ridipingere un muro, di cogliere un fiore. Dieci leggi lo proibiscono. Qua viviamo in un quadro, siamo murati vivi! Crediamo di essere al centro del mondo, siamo convinti che valga la pena di fare un viaggio per venire qui, ma alla fine il paesaggio, la scenografia, ti cola addosso, come una specie di vernice che ti incolla alla scena."

Attorno alle vite di queste tre donne si aggira l'intreccio travolgente di Ninfee nere, un Noir. che unisce l'arte con il giallo. Qui ad un omicidio iniziale sembrano ricollegarsi degli altri, tutti con lo stesso movente, avvolti dall'atmosfera all'apparenza calma e piena di colori del giardino di Monet

il primo delitto su cui si indagherà è quello di un oftalmologo, Jérôme Morval, un famoso specialista della cataratta, collezionista di quadri impressionisti e che sogna di possedere un Monet. Ed è così che fatti reali sull'impressionismo e su Monet si intrecciano con quelli inventati 

Quello che sappiamo è che Monet, Ormai stanco e colpito da cecità nelle sue ultime tele raffigura ninfee di tutti i colori, forse dovuto proprio al fatto di non riuscire più a distinguere bene i colori, i contorni gli appaiono sfocati e i colori alterati. E cosi' che ne inizia a dipingere molti di colore rosso fuoco, di blu ma anche di verde. 

Nonostante tutto, però,  continua a mancare il colore che lui aveva sempre bandito, quello che non utilizzava mai perché rappresentava 

"L'assenza di colore, ma anche la somma di tutti i colori."

"Il nero, ispettore, il nero! Si dice che negli ultimi giorni prima di morire, a inizio dicembre del 1926, quando Monet ha capito che stava per andarsene, l'abbia dipinto"

È vero si pensa che Monet abbia visto la propria morte nel riflesso delle ninfee e così l'ha immortalata sulla tela dando luce alle Ninfee nere.

Le ninfee nere è un quadro che però nessuno ha ritrovato ed è per questo che ne è rimasta una leggenda

Ed è questo stesso quadro che nel libro diventa una costante, quasi come a voler far credere che esista davvero e che venga tenuto nascosto da qualche parte nei luoghi in cui ha vissuto Monet

E' un libro, questo, che ci regala  un intreccio tra passione e arte, tra suspance e leggende, raccontandoci delle verità con una venatura romanzata, donando alla storia un po' di mistero in più. Lo fa servendosi si un gioco temporale con  dei salti tra tre epoche differenti che inevitabilmente si  dovranno incontrare.

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